Biffoni, n.2 dell'Anci e responsabile immigrazione: "Bene Berlusconi, i migranti un problema per tutti e da affrontare insieme. Cosa ne dicono i suoi? Se è un bluff, lo capiremo subito"
L'offerta di Silvio Berlusconi per fare un tavolo di unità nazionale sull'immigrazione è "un grande passo avanti. Dimostra che finalmente si è compreso che il dossier immigrazione non può essere argomento di propaganda e di ricerca di consenso in campagna elettorale. Resta da capire - e non è un dettaglio- a chi parla il presidente di Forza Italia visto che prima di tutto dovrebbe parlare ai suoi e ai suoi alleati"..
Matteo Biffoni è il vicepresidente dell'Anci, l'associazione che raccoglie tutti gli ottomila comuni d'Italia, con delega all'immigrazione. È anche sindaco di Prato, comune che aderisce al piano di accoglienza di diffusa, e Matteo Renzi gli ha rinnovato da pochi giorni la delega nel partito all'immigrazione. È dunque l'interlocutore più qualificato, nel Pd e nell'Anci, per ragionare sulla proposta del presidente di Forza Italia lanciata sabato nell'intervista a Tiscali.it.
Biffoni, Berlusconi mette a disposizione "esperienza e conoscenza del suo partito" per affrontare tutti insieme il dossier immigrazione. Cosa risponde?
"È un grosso passo avanti. Finalmente una grande forza politica esterna alla maggioranza di governo inquadra il fenomeno migratorio come un fatto epocale, dai confini quasi biblici, e non come un osso su cui sbranarsi, fare facciale propaganda e cercare consenso politico. È una grande notizia, quindi. A patto che non sia un bluff".
In che senso un bluff?
"Nel senso che alla proposta devono seguire ora passi concreti".
Cosa intende?
"Vorrei capire per conto di chi parla Berlusconi. Per essere più chiari se elementi di spicco di Forza Italia e soprattutto della Lega accolgono la sfida di responsabilità proposta dal presidente di Forza Italia".
Quale sarebbe la prova del 9, la verifica che non si tratta di un bluff?
"Berlusconi dovrebbe farsi portavoce verso gli amministratori locali di Forza Italia e Lega creando le condizioni perché aderiscano al sistema di accoglienza diffusa proposto dall'Anci. Cioè piccoli gruppi in ogni comune, circa tre immigrati per ogni mille abitanti. Solo così possiamo portare avanti un piano di integrazione per i migranti".
I sindaci, lei lo sa bene, sono spaventati. Vedono un fiume, il flusso dei migranti, in sola entrata e mai in uscita. Temono che dire si al piano Sprar significhi poi trovarsi, cito, "sovrastati da un numero di arrivi non più gestibile". Cosa dice a questi suoi colleghi?
"Il governo sta facendo di tutto per rallentare l'arrivo dei flussi. Ci sta provando - patti con la Libia, incontri con i sindaci libici, addestramento della guardia costiera libica, cooperazione internazionale e migration compact in Niger e nei paesi africani di transito e di partenza dei flussi - e sono sicuro che otterrà presto dei risultati. Tutti i sindaci, e io mi metto in prima fila, sono preoccupati, non siamo un pozzo senza fondo e lo stiamo dicendo al governo. Ma non è che chiudendo un comune, così come alzando i muri, si ferma il fenomeno. Anche i comuni che dicono no al piano ANCI poi devono fare i conti con le direttive del governo e dei prefetti. Se invece anche i cinquemila sindaci che oggi dicono no al piano ANCI dimostrassero collaborazione, sarebbe una saggia condivisone di un problema comune".
Un po' come il tavolo di unità nazionale...
"Esatto. Quello che deve essere compreso è che il dossier immigrazione è oggi tavolo del governo. Ma lo sarà anche domani. Cioè, condivide adesso problema e soluzioni è nell'interesse di tutti. Soprattutto del cittadino in questo caso nè di destra nè di sinistra".
Qualcuno potrebbe avanzare l'idea che un tavolo di unità nazionale oggi è un po' l'ammissione di un fallimento...
"No, è mettere davanti a tutto l'interesse dei cittadini e chiarire che chiunque governi, oggi o domani, ha davanti a sè un fenomeno epocale. Togliere l'immigrazione dal supermercato del consenso politico è un atto di responsabilità".
Berlusconi però, in quell'intervista, accusa il Pd di una serie di errori...cosa risponde?
"Ecco, dare un resoconto corretto dei fatti sarebbe già un ottimo punto di partenza per questo auspicabile tavolo. A cominciare dai numeri per finire con la missione Triton: eravamo e siamo tutti d'accordo che dobbiamo salvare persone, lo dice anche Berlusconi. Nel 2013 C'era la missione Mare Nostrum che costava all'Italia 100 milioni al mese. Non potevano più andare avanti. La cambiammo con Triton, distribuendo la spesa dei salvataggi tra tutti i paesi UE. Accettammo gli sbarchi solo perché in cambio ci doveva essere la distribuzione in Europa. E poi si dovrebbe raccontare la vera storia dell'accordo di Dublino...Ecco, facciamolo il Tavolo, guardiamo al futuro partendo da una giusta narrazione del passato. Qui, c'è un solo grande imputato: l'Europa".
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