Sull'immigrazione «la
sinistra continua a diffondere un messaggio buonista. Per tantissimo
tempo ha semplicemente negato il problema e in parte continua a
farlo». Lo ha scritto nei giorni scorsi il sociologo Luca Ricolfi,
uomo certamente di sinistra che però da tempo striglia il Pd per
come sta gestendo la questione immigrazione. La minaccia di «non far
più sbarcare navi straniere nei porti italiani» messa sul tavolo
dal premier Gentiloni e dal ministro Minniti, è la mossa disperata,
tardiva, dolorosa ma necessaria di fronte al menefreghismo
dell'Europa, che intende anche rispondere non solo alla dura analisi
di Ricolfi ma alla debacle delle amministrative. Emerge, infatti,
quasi un rapporto di causa-effetto tra questione immigrazione e
vittoria delle destre nel voto di domenica scorsa. Dimostrabile in
modo quasi empirico. L'analisi circola a Palazzo Chigi. E bisogna
farci i conti.
Il 35,4% degli oltre
ottomila comuni italiani ha sottoscritto il patto dell'Anci circa
l'accoglienza di profughi e migranti secondo i criteri del modello
Sprar, tre migranti ogni mille abitanti. Ben 380 comuni accoglienti
(della fetta cioè del 34,5%) è stata al voto tra l'11 e il 25
giugno. In Lombardia ce ne sono ben 55 di cui tre capoluoghi di
provincia: Como Lodi e Monza. Tutti e tre sono passati da
amministrazioni di centrosinistra a maggioranze di centrodestra: il
medico Mario Landriscina ha vinto a Como; l'architetto Sara Casanova
a Lodi; Dario Allevi a Monza.
Emblematico il caso di
Sesto San Giovanni che non è capoluogo ma era certamente una
roccaforte rossa. Qui la ex sindaca Monica Chittò (Pd) è stata
pesantemente minacciata per il via libera alla costruzione della
nuova moschea in una città dove ormai il 17% degli abitanti è di
origine straniera. Ha vinto il centrodestra con un candidato giovane,
Roberto Di Stefano, 36 anni, che ha insistito su un punto
soprattutto: no alla moschea. La Lombardia è la regione che ospita
più migranti, il 13 per cento dei circa 200 mila sbarcati e
ospitati.
Anche la Toscana è
regione accogliente: ospita il 7% dei migranti arrivati. Su tre città
capoluogo, Lucca ha resistito a sinistra, Pistoia è stata
conquistata dopo decenni da Fratelli d'Italia e Carrara, un'altra
roccaforte rossa, è stata conquistata dai 5 Stelle.
Peggio di tutti, per il
centrosinistra, è andata la Emilia Romagna che ospita l'8% dei
migranti sbarcati: sei i comuni al voto di cui due città capoluogo.
Bene: tranne Parma che è rimasta a Pizzarotti, ex 5 Stelle
idealmente a sinistra, e Comacchio dove l'ex 5 Stelle Marco Fabbri è
rimasto al comando, tutti gli altri sono andati al centrodestra. La
sinistra ha perso Piacenza dopo 15 anni; Budrio, che da mesi dà la
caccia al killer omicida Igor, sarà governata da Mauro Mazzanti, a
capo di liste civiche che guardano a destra; Riccione dove ha
trionfato la civica Renata Tosi che ha raccolto con sé Lega Nord,
Forza Italia e Fratelli d'Italia; Vignola dove ha trionfato il
civico-destro Simone Pelloni (LN, Fi).
In controtendenza, si
potrebbe dire, vanno Liguria e Puglia, dove la percentuale
dell'accoglienza equivale al 3 e al 7 per cento: la prima è andata
al centrodestra, la seconda al centrosinistra.
Dunque il rapporto
causa-effetto tra immigrazione e vittorie delle destre non è sempre
valido. Ma tra i disagi veri e quelli strumentalizzati, la percezione
tra i cittadini è che il centrosinistra sta subendo il fenomeno
migratorio. La cagnara sullo ius soli, che nulla c'entra con
l'immigrazione, ha fatto il resto. Il 54 per cento degli italiani è
contrario. Averlo portato in aula a cavallo dei ballottaggi è stata
una sfida coraggiosa.
*questo articolo è stato pubblicato sul sito di news Tiscali.it il 29 giugno 2016
*questo articolo è stato pubblicato sul sito di news Tiscali.it il 29 giugno 2016
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